Ammura

In una terra fertile e contesa dagli dèi per millenni, tra forze generatrici e distruttrici, l’Etna divenne un giorno prigione per gli spiriti maligni sconfitti, per i draghi e i demoni, portatori di fuochi devastatori.

Ma tra loro venne intrappolato anche un demone diverso, più giovane e curioso: quello della sete di conoscenza.
Etna, dea protettrice del vulcano, acconsentì alla sua prigionia, seppur a malincuore, imponendo una condizione: che lo spirito fosse racchiuso non solo sotto terra, ma anche in ogni pietra lavica, ogni lapillo, ogni ginepro, ogni respiro della sua fertile terra. Così, prese in mano un tarassaco, ormai denso di questo spirito, che colse dalle pendici vulcaniche, e ne soffiò i semi, spargendoli tra aria, terra, fuoco e acque per suggellare la profezia.
Da quel giorno, ogni foglia di fico d’India, ogni granello di sabbia, e ogni soffio di vento, portarono con sé l’essenza della curiosità, diffondendola fra le terre di Linguaglossa.

Il desiderio profondo

Ammura vuole diffondere e condividere la ricchezza del suo territorio attraverso i vini che produce. Il suo sogno è unire due mondi — la potenza vulcanica dell’Etna e la maestria delle Tenute Tommasi — in un’esperienza sensoriale che sia al tempo stesso antica e moderna. Obiettivo tangibile: creare vini che non siano semplici bevande, ma capitoli di una leggenda vivente, capaci di ammaliare chiunque li assaggi.